martedì 18 luglio 2017

La carlina

Il toccasana di Carlo Magno.


Care consorelle e confratelli,
questa piantina che cresce molto aderente al terreno presenta una grossa radice, spine e foglie dure. Il grosso capolino sfuma nell'argento e le squame si allargano con il tempo secco, mentre si allungano con l'umidità. Comune in montagna, anche sotto il nome di 'cardo per eccellenza', è un simbolo dei luoghi petrosi insieme alla stella alpina.
I capolini si raccolgono in estate, ma non nelle zone protette, ovviamente. Privati dei fiori, sono tanto carnosi che possono essere mangiati anche crudi o preparati come i carciofi.
La carlina contiene potassio, calcio e magnesio, e già nell'antichità era nota per le sue proprietà, difatti deriva il suo nome da una leggenda per cui guarì Carlo Magno da una malattia. L'infuso di radici viene utilizzato come diuretico, lassativo, tonico, vermifugo, antipiretico, per disinfettare le ferite e curare il mal di denti. 
Che la Dea vi benedica

NO ALLE CURE ALTERNATIVE PER I DISTURBI GRAVI

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