sabato 21 settembre 2019

Le mie donne #17: Gatta

"Come ogni strega che si rispetti, anche Miranda e Vanessa hanno il loro 'famiglio', ovvero Gatta, che in più di un'occasione è la voce narrante del romanzo. " - Dal blog "Italians do it better"


Care consorelle e confratelli,
"Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama) scorre attraverso i punti di vista (presentati a paragrafi alternati in terza persona) dei quattro protagonisti, ovvero i componenti delle due coppie 'intricate.' Il prologo è tuttavia presentato dalla felina di casa, probabilmente il personaggio più saggio dell'intero 'cast'...


Arrivò un giorno di maggio con la corriera delle diciassette e trentacinque e portò con sé lo scompiglio.
Scese da sola al limitare del quartiere, alla fermata davanti al numero uno del Viale delle Rose, mentre un forte vento si levava da ponente.
La campagna soleggiata scivolava piano tra le prime villette fiorite e le folate accompagnarono il rumore del mezzo che si allontanava placido lungo il viale. Subito, il silenzio rimasto fu invaso dallo scoppiettio dei tacchi e la osservai ancheggiare sul marciapiede, la borsetta agganciata all’incavo del braccio, gli occhiali da sole che nascondevano il viso.
Io riposavo come d’abitudine sul muretto della signora Evelina e indugiai con la zampetta tra i denti, disturbata nella mia trentunesima azione quotidiana di toeletta.
Capii all’istante che si stavano avvicinando guai.
Non per il portamento antipatico, con quel mento sollevato e l’andatura di chi è oltremodo sicuro di sé, quanto perché sapevo ben riconoscere blu, verde, giallo e violetto, mentre la mia vista felina sarebbe stata in grado di distinguere quel tailleurino rosso acceso, che sfumava nell’arancio, solo se lei fosse stata come Miranda, la mortale non comune con cui trascorrevo la maggior parte del mio tempo libero.
Un’ultima ventata virò sulla ragazza, portandole via il cappello a larghe falde, e i lunghi capelli lucidi e neri, simili al mio pelo, sfidarono per un attimo la gravità.
«Tu!» strillò, puntandomi un dito contro. Il cappello era diventato un puntino lontano nel cielo. «Fallo tornare subito qui!»
Le feci la carità di osservarla per la bellezza di tre secondi, poi girai il deretano e me ne andai, schifata da cotanta idiozia.

Potrei dirvi di fare attenzione più che altro all'epilogo, ma non faccio parte di quella fetta di pubblico che va a leggere il finale dei libri prima di iniziarli, quindi fate attenzione a quel che ritenete opportuno ;) 
Che la Dea vi benedica

Immagine: Designer-Obst/Pixabay

venerdì 20 settembre 2019

Le mie donne #16: zia Gigliola

"La zia Gigliola, che parla dalla sua fotografia sulla mensola e che le avvisa dell'arrivo di nuovi vicini, due uomini..." - Dal blog "La mia biblioteca romantica"


Care consorelle e confratelli,
i protagonisti di "Le streghe dell porta accanto" (vedi qui la trama) sono quattro, ovvero le due coppie, ma il personaggio secondario dell'anziana zia Gigliola (defunta, e adesso 'parlante' da una foto posizionata sulla mensola del camino) è indispensabile per riportare ordine in questo caos fatto di gap generazionali e attrazioni incrociate. O almeno così sembra, perché neppure lei è così limpida...


«Meretrici!» Parli del diavolo... «Siete delle meretrici!» sentenziò zia Gigliola dalla mensola. «Un’ora, nemmeno un’ora da quando avete detto che sarebbe stato semplicissimo e già fate le sciocche con quelli sbagliati.» E, non contenta: «Se con uno c’è la protezione, non è che dovete guardare l’altro per rifarvi. Vi avevo spiegato che per tre mesi...»
«Sì, appunto, zia» la interruppe. «Stavo giusto pensando che deve essere andato storto qualcosa quando abbiamo formulato l’incantesimo, perché quello che è successo è davvero strano.»
«Non è andato storto proprio un bel niente, avete fatto tutto quello che dovevate fare, avete solo la passerina troppo accaldata.»
«Zia Gigliola!» strillò Vanessa, traendo indietro le spalle.
«Oh, zia!» le venne da sbottare. «Pure tu ti sei data da fare in vita. Abbi pazienza, in fondo non abbiamo fatto nulla di male.»
«Si è data da fare?» domandò Vanessa, lentissima, spalancando la bocca. «Che schifo!»
Perché “che schifo”?
«Il mio caro Osvaldo...» proseguì sognante la vecchia zia. «Ho saputo che è trapassato anche lui e che non mi ha mai tradita fino alla fine.» Quello la fece di nuovo sentire in colpa per Ignazio. Ma non era un tradimento, perché... «Non li fanno più gli uomini di una volta.» Un lungo sospiro. «Del resto, lui era un mago e non un comune mortale.»

... e tanto meno sono limpide le sue intenzioni.
Che la Dea vi benedica


Foto di Igor Igorevich/123rf.com

mercoledì 18 settembre 2019

I miei uomini #21: Ignazio

"Ignazio, che ogni tanto viene fatto risorgere in vita, dalle sue ceneri contenute in un'urna..." - Dal blog "La mia biblioteca romantica"


Care consorelle e confratelli,
in "Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama) due coppie assai scombinate si dibattono fra mille equivoci e segreti, che ruotano attorno all'attrazione reciproca e alla magia, ma nella situazione di partenza una delle due eroine è già legata sentimentalmente a qualcuno. Tradimento? No, solo nella testa della disillusa Miranda, che si rifiuta di lasciare andare il fidanzato morto ben quindici anni prima. Il punto è che lo stesso fantasma, custodito in un'urna cineraria sul comò della camera e risvegliato quotidianamente per chiacchiere, sesso virtuale e risoluzione di problemi vari, non sembra molto contento di rimanere...


Ammettevo che lui fosse davvero carino, con quei capelli scompigliati di un bel biondo tiziano uguale al suo, soprattutto perché gli occhioni verdi e la barba incolta lo facevano rassomigliare a un mio simile. Peccato però che fosse morto da una quindicina d’anni e Miranda avrebbe dovuto rispedirlo di corsa nella sua urna cineraria, prima che la tizia antipatica suonasse il campanello.
«Miao» tentai, non troppo convinta. Invero Miranda continuò a idolatrare il suo amore. E il fatto che lei avesse superato la quarantina, mentre lui era dipartito quando ancora di anni non ne aveva compiuti trenta, non rendeva l’immagine stonata. Stavano bene insieme. Lei era bellissima e giovanile nella sua veste floreale da sacerdotessa perfetta. Era il sorriso di lui che col tempo si era immalinconito, perché lei avrebbe dovuto infine lasciarlo andare. Magari avrebbe potuto addirittura reincarnarsi in un gatto, vai a sapere se gli stava negando quell’opportunità di evolversi. «Miao» insistei allora.
«Credo che la gatta voglia dirti qualcosa» mormorò lui, indicandomi.
«Anch’io dovrei dirti una cosa.»
La propensione all’egocentrismo di Miranda non mi sarebbe stata d’aiuto, me lo sentivo.
«Cos’è successo?»
«Presto arriverà mia nipote, starà qui per un po’ e credo che nei prossimi giorni non potremo vederci come al solito, di sicuro non...»
«Miranda, ma è una bellissima notizia! Starai in compagnia, penserai meno a me, andrete a divertirvi, incontrerete nuove persone.»
«Veramente verrà qui per lo stesso motivo per cui venni io.»
«Si sono manifestati i poteri di famiglia?»
«Ancora la situazione non mi è chiara, perché mia sorella al telefono è stata vaga e lei non se ne intende un granché, le basta che mi occupi di Vanessa.»
«E quanti anni ha, ora, la nipotina?»
«Ventuno.»
«Così grande? L’ultima volta che l’ho vista, mi arrivava qui.» E stese un palmo accanto ai fianchi.
«Non ricordarmelo.»
«E invece sì, devi renderti conto di tutto il tempo che è passato e di tutto quello che hai perso. Io ti amo, e ti amerò per sempre, ma tu stessa ultimamente mi hai detto che cominceresti a non disprezzare un uomo un po’ noioso ma tranquillo, pantofolaio ma rassicurante, che ti faccia compagnia, che ti aiuti nelle faccende di tutti i giorni che non riesci a sistemare da sola con la magia, un compagno vivo.»

Miranda capirà? E troverà un uomo un po’ noioso ma tranquillo, pantofolaio ma rassicurante? Be', forse proprio 'uomo' no, magari un 'ragazzo'? L'importante è che sia vivo.
Che la Dea vi benedica

Immagine: carlosftw/Pixabay

martedì 17 settembre 2019

I miei uomini #20: Manuel

"I 'magnifici quattro' sono pieni di difetti, irrazionali, pasticcioni e in balia delle loro pulsioni eterogenee: si danno un gran da fare per combinarne di tutti i colori..." - Dal blog "Sognando tra le righe"


Care consorelle e confratelli,
come vi ho rivelato nel post dedicato a Miranda di "Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama), non mi piacciono i film in cui a una bella attrice sopra gli 'anta' viene affidata la parte della madre 'senza speranze' (al di là di un ottantenne) della protagonista, tanto meno quando il protagonista potrebbe essere perfetto per la madre, più che per la figlia, e che di conseguenza mi sarebbe piaciuto narrare una situazione invertita in cui semmai fosse stato il figlio di lui a innamorarsi della donna desiderabile. In fondo, il padre è un rocker scapestrato, mentre il figlio un giudizioso marito in affitto per vecchiette bisognose di aiuto per i lavoretti in casa...


«Va bene, allora ti confesso una cosa.» A vedere dallo sguardo, lo aveva incuriosito. «Ti ho detto che quando ho suonato qui davanti non mi ha aperto nessuno, però so chi ci sta, perché l’ho vista stamani dalla finestra mentre accarezzava il gatto sul pratino.»
«La morona vamp?»
«No, era bionda e al più sua madre.»
«Che palle!»
«Quindi non so se la morona abita lì o come hai detto tu era in visita, in ogni caso la mia è sola, perché non sono entrati né usciti uomini.»
«La tua? Dai già per scontato che cadrà ai tuoi piedi di maschio d’esperienza?»
«Con le donne mature ne ho di sicuro più di te.»
«Ti usano perché hai un bel fisico, non sei un impegno, ma poi finisce lì.»
«Sembra che tu stia descrivendo le ragazze che ti porti a letto.»
«Dici bene, hanno un bel fisico, sono slanciate, sode, abbronzate, mica sfatte.»
«“Sfatta” è un punto di vista. La bionda qui davanti è burrosa, bianca, come piace a me. Carne in cui affondare.»
«Sta di fatto che nessuna di loro ti vede come un qualcosa di più che un’avventura, ed è naturale. Non lascerebbero mai il marito per un ragazzo di vent’anni che prima o poi se ne troverà una più giovane e avrà una famiglia sua.»
«E io sogno di incontrare quella per cui non è tutto così scontato, quella con cui ci sarà il lieto fine.»

E se fosse addirittura lui, a doversi sforzare più di tutti per essere credibile e desiderabile?
Che la Dea vi benedica

Immagine: Juergen_G/Pixabay

giovedì 12 settembre 2019

I miei uomini #19: Diego

"I protagonisti sono quanto di più diverso tra loro si possa immaginare eppure vengono descritti e raccontati alla perfezione, ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con pensieri e azioni distinguibili che li rendono unici eppure perfettamente bilanciati nell’insieme." - Dal blog "Storie di notti senza luna"



Care consorelle e confratelli,
per quanto nei romanzi rosa i rocker scapestrati mettano la testa a posto non appena trovano l'eroina di turno, nella vita reale difficilmente rinsaviscono in tempo utile per crearsi una famiglia. Ma "Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama) è un fantasy, e se il gap generazionale fra LUI e LEI è assai ampio, forse il margine di rinsavimento c'è.


D’un tratto, ebbe come l’impressione che la persona ritratta nella foto sulla mensola del camino, forse quell’anziana zia che aveva lasciato la rendita, avesse voltato lo sguardo verso di lui.
Doveva essere proprio al massimo dell’intontimento, se gli scappò di esternarlo: «Per un attimo, ho pensato che la foto si fosse mossa.»
Ma probabilmente fu un bene, perché Vanessa gli corse incontro e rovesciò la cornice sulla mensola. «Che impressione, vero?» E lo rilassò con una risata. «È successo anche a me, devono essere le luci.» Ora la cornice ribaltata traballava sulla mensola. Ma non gli pareva che ci fosse il terremoto. «Rimbalza sempre quando faccio così.» Vanessa tirò di nuovo su il riquadro, che stavolta rimase fermo al suo posto. «Ogni tanto provo a rovesciarla per via di questa impressione, ma Miranda tiene così tanto a zia Gigliola...»
«Miranda ti ha imposto il coprifuoco?» bisbigliò, chinandosi leggermente verso di lei.
«No, del fuoco ancora non mi ha parlato, però ho avuto problemi col vento.»
Quello sventolarsi il collo era un linguaggio in codice per dirgli che stava provando un certo bollore anche lei, senza farsi sentire dalla zia?
Provò a sedersi sul divano, allungando un braccio sulla spalliera – che buffi quei quadernini... – nella speranza che lei accettasse il suo muto invito a sederglisi accanto, ma quel gatto maledetto, con un balzo improvviso, gli saltò sulle gambe e lo fece starnutire di nuovo.
Si alzò di scatto, mentre quel cretino di Manuel gli correva incontro con lo spray, imbarazzandolo con quel gesto poco seducente.
«Che figlio assennato che hai!» Miranda notava solo i gesti cretini, evidentemente.
«Credo che possiamo tornare di là, ora.» Forse Manuel non aveva tutti i torti, visto come stavano andando le cose.

E se fosse proprio una ragazzina sciocca a metterlo di fronte ai suoi stessi difetti mostrandogli quanto possano far male?
Che la Dea vi benedica

Immagine: Pexels/Pixabay

sabato 7 settembre 2019

Le mie donne #15: Miranda

"Miranda è più brava, esperta. Ed è in grado di poter aiutare sua nipote e indirizzarla verso un corretto uso della magia.  Le cose non saranno così semplici..." - Dal blog "Tratto Rosa"


Care consorelle e confratelli,
ho sempre trovato patetiche quelle storie d'amore cinematografiche in cui la bella attrice di una certa età deve interpretare la mamma della più giovane eroina che magari è alle prese con un lui dell'età della madre, e per questa madre l'happy end arriva quando incontra un baldo ottantenne, magari il padre di lui. Non è giunto il momento che la situazione si inverta e che semmai sia il figlio di lui a innamorarsi di una donna ancora desiderabile? Ecco, "Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama) è arrivato così, sebbene zia Gigliola ritenga sciocca anche lei...


«Luisa, madre Luisa!»
«Ma no, no!» Miranda si mise le mani tra i capelli, sibilando aria fra i denti. «Macché Luisa...»
La partenza appariva funesta. Forse era colpa sua, che aveva trascurato la nipote per anni, ben sapendo che era l’unica possibilità in famiglia per portare avanti la tradizione stregonica. Era chiaro che, al di là di ogni talento, sarebbe toccata a lei.
Strappò il foglietto dalle mani di Vanessa, che rimase impalata sul tappeto davanti al camino.
«Che ho fatto?»
«Cosa c’entra Luisa nel saluto alla Dea, secondo te?» E sbatacchiò un palmo riverso sul foglietto. «Luna, è la luna!»
«Era una enne?» Vanessa s’impettì e riprese il foglietto, stizzita, poi lo osservò poco convinta. «È scritto male, in corsivo, tutto a penna.»
«Vorresti salutare la Dea con un messaggio su WhatsApp?»
«Perché no?» Si strinse nelle spalle. «Siamo moderne.»
«Ecco, appunto, tanto per incominciare vedi di toglierti quei trampoli, ché già non siamo sul terriccio, e se devi distanziarti pure dal pavimento...»
«Sei tu che non mi hai dato il tempo di cambiarmi. Sono appena arrivata e già devo studiare.»
«Se per te studiare è leggere un saluto beneaugurale, non siamo messe bene.»
«E la mia roba? Dove sono tutte le valigie che ho fatto arrivare?»
«Qui non sono arrivate valigie. Come le hai mandate?»
«L’ho pensato.»
«Allora mi sa che dovrai rifarti il guardaroba, senza sprechi.»
Vanessa calciò lontano le scarpe e incrociò le braccia sul petto. «Io non ci sto capendo niente.»
«Sei qui per capirci qualcosa.»
«Gli uomini le preferiscono sciocche.» Una voce si levò dalla mensola del camino. «Quelle intelligenti non sgravano e a ogni generazione la nuova adepta è la figlia della sorella più scema.» Zia Gigliola pontificava dalla foto incorniciata, lo sguardo volto altrove, la crocchia grigia che svettava come una corona. «Di questo passo finiremo per sempre.»

Sì, al di là delle aspettative, Miranda dovrà faticare ben più di Vanessa, ma togliamoci pure la soddisfazione di farla sudare pure al baldo ventenne...
Che la Dea vi benedica


Foto di Igor Igorevich/123rf.com

venerdì 6 settembre 2019

Le mie donne #14: Vanessa

"Ho trovato fantastica Vanessa con i suoi modi così svampiti, è proprio la sua ignoranza che la rende simpatica." - Dal blog "Romance Non-Stop"


Care consorelle e confratelli,
chi ha detto che le protagoniste dei romanzi rosa devono essere forti, intelligenti e piene di sani valori? Non ne abbiamo già troppe? Non sarebbe più divertente vedere cosa potrebbe succedere con una ragazza sciocca, sprovveduta e vanitosa? Non cattiva, badate bene, solo tanto ma tanto sciocca, ma così tanto che sarebbe difficile trovarla insopportabile.


«Cominciamo col capire come ti è successo.»
«Come mi è successo cosa?» Vanessa aggrottò le sopracciglia, nel sedersi, e si scostò una ciocca di capelli dalle spalle
«Come hai capito che in te c’erano dei poteri.»
«Niente» replicò, con una smorfia. «Volevo delle cose che vedevo su un giornale e mentre lo sfogliavo la mia camera ha cominciato a riempirsi di quelle cose.»
«Gioielli, borsette, scarpe, vestiti...?»
«Eh, certo, e cosa sennò?»
«Non ci siamo.» Miranda scosse il capo, facendo schioccare la lingua sul palato. «Non va bene così. Desiderare oggetti materiali e usare la magia solo per quello porta disgrazie.»
«E allora a che servono le magie?»
«La magia va usata con parsimonia, per dei fini specifici.»
«E chi è questa Parsimonia?»

Eh, be', come avrete capito, zia Miranda di "Le streghe della porta accanto" (vedi qui la trama) dovrà faticare assai per portare Vanessa sulla retta via, ma in definitiva sempre di streghe si tratta, quindi qualcosa di magico prima o poi succederà...
Che la Dea vi benedica


Foto di Igor Igorevich/123rf.com

domenica 1 settembre 2019

La calandiva

Foglie grasse e fiori variopinti.


Pianta erbacea perenne, la calandiva è assai comune sui terrazzi e nei giardini per i suoi fiorellini variopinti di lunga durata, che si sviluppano all'apice delle carnose e lucide foglie verdi.
Una volta che i fiori sono seccati, si possono ridurre le irrigazioni e, passate dalle nove alle sedici settimane, la piantina fiorirà di nuovo, motivo per cui è bene conservarla anche se sembra 'morta', anche perché il ciclo può ripetersi ininterrotto indipendentemente dalla stagione. L'importante è simulare la notte per quattordici ore, coprendo la pianta.