domenica 12 aprile 2015

La donna negli Arcani Maggiori dei Tarocchi

Una riflessione sulle figure femminili delle celebri lame di Marsiglia.


Nei Tarocchi di Marsiglia, il potere religioso del Papa e quello civile dell’Imperatore sono condivisi da alter ego femminili, rispettivamente la Papessa e l’Imperatrice. L’amministrazione della Giustizia è inoltre affidata alla bilancia (l’equità) e alla spada (il rigore) di una donna. Persino la Forza, simbolo maschile per eccellenza, è rappresentata da una donna che senza fatica tiene aperte le fauci di un leone. Per non parlare della serenità della Temperanza che travasa l’acqua della vita. Nelle Stelle compare il primo nudo femminile. Nel Sole, la donna è parzialmente svestita, ma nel Giudizio risorge nella sua nudità. La carrellata si chiude col Mondo.
Se le figure dei Tarocchi derivano dalla tradizione pittorica del Trecento, questi influssi pagani, ben distanti dalla considerazione che si aveva della donna in quel periodo, sono forse ricollegabili al Rinascimento.
Basti pensare alla Papessa: in ambiente cattolico questa sorta di antica sacerdotessa può apparire eretica. Difatti nel mazzo dei Visconti venne sostituita dalla Fede e nel corso della Rivoluzione francese divenne Giunone. Pare che risalga alla figura storica della Papessa Giovanna, che si dice succedette a Leone IV con il nome di Giovanni VIII.
Stando alla Bibbia, fra i testimoni delle Resurrezione di Cristo non ci sono donne, né sono presenti fra gli Apostoli. Fra quelle al seguito, nessuna esercita funzioni di rilievo. Anche i tentativi di introdurre in Occidente il diaconato orientale sono falliti. A parte qualche profetessa, pure nel cristianesimo delle origini non ci sono donne che battezzano o che distribuiscono l’eucarestia. Il fatto poi che ne esistano nelle sette ereticali, spinge a maggior ragione la Chiesa a proibirlo. Questo perché Cristo stesso non le chiamò mai a esercitare queste funzioni. “Le donne tacciano nelle assemblee” recita un versetto della 1° Lettera ai Corinzi. Del resto, a partire dalla Genesi del Vecchio Testamento si dice “Verso il tuo uomo ti rivolgerai ed egli sarà tuo signore” per finire con Paolo di Tarso “Capo della donna è l’uomo.” Difficile che, in mancanza di un collegamento col sacro, la donna potesse essere in seguito considerata alla pari dell’uomo.
Ecco che l’ipotesi umanista/rinascimentale è abbastanza quotata per spiegare questa posizione di rilievo all’interno dei Tarocchi, al contrario dell’oscurantismo alto medievale. Ma c’è di più: verso la fine del ‘300, incontriamo le prime testimonianze femministe ante litteram e le donne autrici si fanno sempre più presenti, movimento delle beghine e mistiche in primis. A tal proposito vi segnalo il volume di “Storia delle donne” precedente a quello che vi ho segnalato nel post La caccia alle streghe. “Il Medioevo”, all’interno dell’ottima e monumentale opera di Georges Duby e Michelle Perrot.
E se fosse stata una donna… a ‘inventare’ i Tarocchi?
Che la Dea vi benedica
Anonima Strega

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