lunedì 4 luglio 2016

Danzando con Dioniso

Danze sfrenate per la personificazione del succo della vite...


Il culto gioioso - caratterizzato da danze sfrenate, musiche squillanti ed eccessi di ogni tipo - di quella che è la personificazione del succo della vite e dell'ebbrezza pare sia nata fra le tribù della Tracia, celebri per le loro inclinazioni all'ubriachezza. Questo tipo di dottrina mistica, unito a rituali stravaganti, era difatti estraneo alla morigeratezza greca, ma vi si diffuse rapidamente grazie all'amore per il mistero e la spinta di un ritorno alle origini.
Oltre che della vite, Dioniso era però anche un dio degli alberi in generale. In Beozia, veniva chiamato "uomo nell'albero" e spesso era raffigurato come un palo ricoperto da un mantello, con maschera barbuta e rami come braccia. I contadini ne collocavano un'immagine nei frutteti, per augurarsi un buon raccolto, e gli Ateniesi gli offrivano sacrifici per la prosperità dei frutti della terra. Fra gli alberi a lui particolarmente cari c'è il pino, motivo per cui Dioniso è spesso raffigurato con in mano una bacchetta terminante in una pigna. 
Molte fonti testimoniano che che Dioniso era concepito anche come dio dell'agricoltura e del grano, e si narra che egli stesso facesse il contadino, fino ad apparire in forma bovina (fra i reperti, per esempio, abbiamo varie statuette di "Dioniso Cornuto"). Tra i suoi emblemi figura difatti anche il vaglio, il canestro a forma di pala con cui i contadini erano soliti lanciare il grano in aria per liberarlo dalla pula, e la leggenda racconta che proprio il vaglio fu la culla del dio.
Come tutti gli dèi legati ai raccolto, anche Dioniso morì di morte violenta per poi risorgere a nuova vita. I cretesi ne rappresentavano il mito ogni due anni, in una festa a lui dedicata, e i Lidi ne celebravano l'avvento in primavera. Anzi, era lui stesso a portare la fruttifera stagione...

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