domenica 13 settembre 2015

Mozart e la massoneria

I rapporti fra Mozart e la massoneria. E un pizzico di verità sulla sua morte...



Tonnellate di celluloide e fiumi d’inchiostro sono stati sprecati sulla morte di Mozart, avvenuta improvvisa a soli trentasei anni il 5 dicembre 1791 alle ore 00.55. Neanche i suoi ultimi due medici curanti, Closset e Sallaba, furono concordi sulla definizione della malattia: febbre miliare o meningite? 
L’autore della prima biografia (1798), Niemetschek, parlò di “morte prematura”, e addirittura aggiunse “se non volontariamente procurata.” Se si sommano le parole di Mozart alla moglie Costanza “Me lo sento troppo: non ne ho per molto. Certamente mi hanno avvelenato!” e la misteriosa commissione del Requiem, ce n’è per ispirare sia Puskin che Miloš Forman. Ed ecco che il povero Salieri (musicista ben più rinomato nella Vienna di Mozart) viene accusato di ciò che non ha mai commesso e che sarà costretto a confessare in manicomio, quasi come sotto le minacce dell’Inquisizione. L’interpretazione di F. Murray Abraham è stata da Oscar, ma l’anonimo committente del Requiem non è più tanto anonimo. Pare si trattasse di un certo Anton Leitgeb, amico del conte von Walsegg. Per incarico di questi, Leitgeb aveva commissionato a Mozart il Requiem destinato alla funzione in suffragio della contessa von Walsegg. Nel suo castello, il conte, appassionato di musica, aveva organizzato un’orchestra privata composta di familiari e servitori e poneva sui leggii solo parti anonime, per poter passare per compositore. Si procurava sempre così le “sue” musiche: spesso pagando autori e restando comunque in incognito. In seguito, addirittura, copiò di proprio pugno il Requiem con suscritto “Composto dal conte Walsegg.” Neppure il figlio Franz Xaver credette alla storia dell’avvelenamento, e difese il vecchio maestro Salieri.
Recentemente è saltata fuori anche una certa allieva, moglie del fratello massone di Mozart, Franz Hofdemel. Questo signore, che fu in contrasto con Mozart anche per debiti, pare si sia suicidato pochi giorni dopo la morte del Maestro, e sua moglie Maria Magdalena (certo che, perlomeno il nome, poteva insospettirlo, no?) abbia dato alla luce un piccolo Mozart.
Il dott. Guldener parlò di febbre “reumatico infiammatoria”, senza recare però alcuna prova. E come avrebbe potuto? Non l’aveva mai visitato in vita sua! Il dott. Bar di “poliartrite reumatica” con paralisi delle dita. A questo punto dovremmo verificare se effettivamente lavorò egli stesso al Requiem o se il protetto Sussmayr (che portò a termine l’intero lavoro) aveva già iniziato a scrivere per lui. Il dott. Kasseroller optò per la tubercolosi e il dott. Barraud per la nefrite, originata da una insufficienza renale degenerata nel cosiddetto “rene vizzo.” L’insufficienza renale sarebbe stata provocata dalla scarlattina contratta all’età di nove anni. Un tipino sano... più che avvelenarlo, sarebbe bastato fare il conto alla rovescia.
Ma, tornando a Hofdemel, è bene precisare che Mozart ha lasciato svariate opere dedicate alla Massoneria. Innanzitutto l’Ode Funebre Massonica, composizione per orchestra, scritta in memoria del Duca Jorge Augusto di Meklenbourg Strlitz e il Conte Francesco Esterhazy. Lasst uns mit geschlungen è un inno alla Fraternità Universale che fu adottato nel 1946 come inno nazionale austriaco. Die Freude (L’Allegria, regina dei saggi) è un poema massonico musicato nel 1776, con accompagnamento di pianoforte e parole di J.P.Uz. Heiliges Band (1772) è l’inno rituale dei Fratelli Massonici, ma la sua adozione ufficiale risale al 1948. Quando era primo violino dell’orchestra di Colloredo, Mozart compose due opere che furono, vent’anni dopo, il tema del Flauto Magico: Thamos Re d’Egitto e Sinfonia in Mi bemolle. L’autore di questo dramma è il Barone T.P.Gebler, alto funzionario austriaco e celebre massone. Quest’opera è molto simbolica, in particolare per le Triadi musicali; con essa ottenne un gran successo nel 1779, e Mozart la riprese per adattarla a un nuovo libretto. Il cavaliere Otto Von Gemmingen, giurista e massone, fu colui che mise in contatto Mozart con le logge francesi. A quest’epoca risalgono Semiramide e Der Seele des Weltalls, cantata massonica. Il 7 gennaio 1785 Mozart viene passato al 2° grado della Loggia Beneficienza, avente per Gran Maestro Il Barone Otto Von Gemmingen, che era stato alcuni anni prima il fondatore della stessa Loggia. Importante è l’Adagio per due clarinetti e tre bassi (in Si bemolle), in quanto vi si sente il rumore dei magli massonici. Il padre Leopoldo lavorò tanto seriamente nella confraternita che il 6 aprile 1885 ottenne il suo secondo grado e il 22 dello stesso mese il terzo. Fu in occasione di questa iniziazione al secondo grado che Mozart compose la melodia Gesellenreise. Compose inoltre la cantata Die Maurerfreude (L’Allegria dei Massoni) in onore del Saggio Ignaz von Born con la quale fu ricevuto nell’agosto 1791 dai suoi fratelli alla Loggia della Verità e all’Unione, al suo arrivo a Praga, per la prima della sua opera “La clemenza di Tito.” Inoltre, la composizione dell’Ode Funebre (novembre 1785), che inizia col motivo musicale espresso dalle parole ET MORTUS EST, nella messa dell’Incoronazione. Nel 1786 Mozart scrisse 4 canti per coro e piano per celebrare la fusione delle Logge con il nome di “Alla Speranza Nuovamente Coronata” e, in seguito, le ultime grandi Opere. Insomma, se un confratello avesse potuto salvarlo magicamente da un comune e volgar veleno, lo avrebbe fatto. Vi pare?

Suggerimenti di lettura:

Bernhard Paumgartner - Mozart (Einaudi)
Piero Buscaroli - La morte di Mozart (Rizzoli)

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