Guerriere come
streghe: dalla Grande Madre a un corpo da violare.
Non sappiamo se
le donne guerriere dell’Asia Minore siano esistite davvero o se le vicende su
loro incentrate siano solo leggende, è certo però che ancora oggi ci domandiamo
se non siano state in realtà un’arma dell’ideologia patriarcale stessa.
Uno dei temi
ricorrenti inseriti nelle storie che le riguardano è l’uccisione dei loro compagni
a seguito dell’accoppiamento, nonché dei figli maschi, e gli eroi Ercole e
Teseo risultano vittoriosi contro la loro regina, per cui non sembra che agli
occhi dei narratori appaiano molto positive, anzi, si presentano tremende e
sanguinarie. Ma non dobbiamo dimenticare che a redigere questi racconti sono
stati uomini... E che dire dell’eroe Achille, che uccide Pentesilea, nonché Tersite,
quando lo biasima per l’atrocità della violenza sulla donna? Non è un caso se
nell’opera della Wolf sia definito più volte “animale.” Si tratta di una
risposta al tradizionale elogio dell’eroe, che lei paragona a un inno alla
bellezza di un missile atomico.
Franz Baumer evidenzia
il contrasto tra la fede nella Madre Terra e lo spirito distruttivo delle
religioni patriarcali, in una “conquista volta a sfruttare la natura” ben
esemplificata dalle ‘amazzoni’ indio dell’America del Sud osteggiate dagli statunitensi
nel 1800.
Le amazzoni si
fondono in questo senso con le streghe dell’Europa occidentale della Murray, bruciate dal
cristianesimo per il divino che incarnavano nel materno: le donne ‘buone’
sono solo le vergini o le custodi del focolare. Per
non parlare dell’impurità gridata dalle altre due religioni patriarcali. Altro
discorso ovviamente per la cultura dell’Europa settentrionale, con dèi dal
genere duplice o le leggende celtiche in cui il potere dei cavalieri è sempre
infuso grazie a una donna; anche qui, tuttavia, con l’avanzare delle nuove
religioni, le Valchirie, per esempio, vengono viste sempre più come
dispensatrici di morte, piuttosto che come fanciulle guerriere.
L’eroe maschile
che vince le Amazzoni non è altro quindi che la sconfitta della paura nei
confronti del Grande Femminino, nel potere della Grande Madre, vissuto adesso
nel suo aspetto spaventoso e letale, invece che dispensatore di vita e
risanante: una donna che finisce con l’asservire la forza superiore dell’eroe
maschile, trasformandosi essa stessa - da Madre di tutte le cose - in assassina.
La Dea dell’Amore
è diventata un corpo da dominare e disprezzare.
Poi non
domandiamoci perché mai, ancora oggi, chi è intriso di questa cultura compie
atti atroci come quello di Achille...
Che la Dea vi
benedica
Per
integrazioni:
La detronizzazione della Dea (8 marzo 2016)
Le origini della Befana (6 gennaio 2016)
La caccia alle streghe (8 marzo 2015)
Per
approfondimenti:
Baumer – La Grande
Madre (ECIG)
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