Care consorelle e confratelli,
il sonco (o cicerbita, ma in alcuni trattati sono due piante erbacee diverse, seppur appartenenti alla stessa specie) è noto per essere mangiato sia crudo sia cotto nelle minestre, ma anche in salse e frittate. Difficile distinguere gli esemplari selvatici di ciò che talvolta è chiamato sonco e talaltra cicerbita. Le foglie sono lanceolate, lunghe e pennate in entrambi i casi, così come sono gialli i capolini di ambedue le piante. Quest'erba è comunissima, dagli orti privati ai prati incolti (quella nella foto è spuntata nel mio antro), ma la si riconosce bene (che la vogliamo chiamare in un modo o in un altro) perché quasi sempre si presenta solitaria. Date le parche quantità usate per comporre piatti con l'aiuto di altre erbe, si può comunque raccogliere senza troppe preoccupazioni nell'ambiente circostante (preferibilmente i getti primaverili). Nell'antichità, il sonco è stato usato come tonico e come stimolante della secrezione lattea.
Che la Dea vi benedica
NO ALLE CURE ALTERNATIVE PER I DISTURBI GRAVI
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