Il vampiro nella
letteratura dell’Ottocento e del Novecento.
Se la
letteratura vampirica può in un certo senso partire con i libertini bevitori di
sangue di De Sade o con i poemetti del tardo Settecento di Robert Southey
Coleridge ("Christabel" e "Thalaba the Destroyer"), John Keats ("Lamia"), Novalis
("Inni alla Notte), Goethe ("Die Braut von Corinth"), la prima vera novella a tema
vampiresco, “The Vampire”, risale al 1819. Firmata Byron, è in realtà stata
scritta dal segretario Polidori, ed è il modello di riferimento per tutta la
letteratura popolata da vampiri classici, dai racconti "Vampirismus" di Hoffman
(1828), "Lord Ruthwen et les vampires" di Nodier (1830), "Il Vij" di Gogol
(1835), "La morte amoreuse" (o "Clarimonde") di Gautier (1836) ai sonetti di
Baudelaire "Le Vampire", "La Fontaine de Sang" e "Les Metamorphoses du Vampire."
Fra il 1845 e il
1847, un autore anonimo inglese (probabilmente un collettivo) pubblicò più di
220 dispense del feuilleton "Varney The Vampire" e, nel 1849, anche il maestro
della letteratura d’appendice Alexandre Dumas lasciò il romanzo "Les Mille et
un Fantomes", contenente un capitolo sul vampirismo dal titolo "La bella
vampirizzata."
Nel frattempo,
però, anche un grande autore come Tolstoj si era dedicato all’argomento, con le
novelle "La famille du Vourdalak" (1847) e "Le vampire e Amena."
E ancora poesie,
con Lautréamont ("Chants de Maldoror", 1868) e Vasile Alecsandri ("Strigoi").
Il celebre
racconto lungo di Le Fanu, "Carmilla", che introduce il vampirismo lesbo, è del
1872, mentre il primo romanzo sui vampiri vero e proprio risale al 1875, ed è
stato scritto dal romanziere d’appendice francese Paul Feval: "La ville
vampire."
Gli Scapigliati
nostrani hanno dato il loro apporto con "Penombre" (1864) e "Fiabe e leggende" (1867) di Emilio Praga, e l’Italia torna anche nel racconto di Francis Marion
Crawford, autrice di romanzi gotici a sfondo romantico, "Fort the blood is
life" (1880).
Altri autori
noti come Kipling o Montague Rhodes James scrissero di vampiri, rispettivamente
nel poema "The vampire" e nel racconto "Count Magnus", ma anche Paul Verlaine
nelle sue poesie.
Il 1897 segna
infine l’uscita del celeberrimo "Dracula" di Bram Stoker.
Il nostro Luigi
Capuana scrisse il racconto "Un vampiro" nel 1907, mentre il primo ‘ciclo’
risale a Gustave Le Rouge, con "Le prisonnier de la planète Mars" (1908) e il
sequel "La guerre des vampires" (1909), tentativo di commistione fra
horror e sci-fi.
Anche il Nobel
per la letteratura Wladyslaw St. Reymont, nel corso della sua carriera, ha
scritto un romanzo a tema vampiresco: "Il vampiro" (1910), mentre Gaston Leroux
ha accennato l’argomento in "La poupée sanglante" e "La machine assaissiner."
Hanns Heinz
Ewers scrisse sia romanzi ("Alraune", 1911; "Vampir", 1920) sia racconti ("La
salsa di pomidoro") sui vampiri, mentre il futurista Maciariello stampò nel 1922
l’antologia in versi "Canti malvagi", contenente "Il tuo sangue."
Dopo i racconti "And no bird sings" e "Mrs. Amworth" (1923) di Benson, gli anni ’20 sono
dominati dai giallisti, da Conan Doyle a Irving Goodwin, con, rispettivamente,
l’avventura di Sherlock Holmes "The Sussex Vampire" (1927) e "Il vampiro."
Gli anni ’30
vedono invece lo sviluppo della narrativa pulp americana, con le storie di
Marion Brandon ("The dark castle", 1931),
Franklin W. Ryan ("The last earl", 1933), il serial di Hugh Davidson. "The
vampire master" (a partire dal ’33), McClusky ("Loot of the vampire", 1936), Kuttner ("I,
vampire", 1937), la moglie C.L. Moore ("Scarlet dream") e soprattutto Clark
Ashton Smith, con gli universi di "Zothique" e "Averoingne."
Con il
surrealismo, incontriamo invece il nostro Tommaso Landolfi ("La pietra lunare",
1939) e il romeno Ghérasim Luca ("Le vampire passif", 1945).
Autori noti di
fantascienza come Ray Bradbury, Richard Matheson, E. C. Tubb e Theodore
Sturgeon ci hanno lasciato opere a tema vampirico, rispettivamente con i racconti "The man upstairs" (1947), "Drink my blood" (1951), "Fresh Guy" (1958), e il romanzo "Some of your blood" (1961).
Gli anni ’60 si
disperdono nella creazione di numerosissime collane horror e la novelization di
film famosi, dai "Racconti di Dracula" a "KKK Classici dell’Orrore", che
pubblicarono i romanzi di Marion Wales ("Alle soglie dell’Inferno", 1968) e Liz
Lawrence ("Il vampiro", 1969).
Dopo la serie di
racconti di Neally Kaplan e Michael Avallone, e la novelization tratta dal
telefilm "Dark Shadow", gli anni ’70 vedono una serie di romanzi di Philip Josè
Farmer ("The image of the beast", 1970; "Blown", 1971) e di Robert Lory
("Dracula returns", 1972; "The hand of Dracula", 1973). Riprendono quota anche le
collane nostrane, con ottimi scrittori come Inisero Cremaschi, Giuseppe
Pederiali e Franco Tamagni.
Gli anni ’70
segnano però anche l’uscita di due (relativamente recenti) cult del genere, "Intervista col vampiro" di Anne Rice (1976) e "Le notti di Salem" di Stephen
King (1977).
Del ’77 sono
anche "The blood of Dracula", di Jack Hamilton Teed, sequel del romanzo di
Stoker, e "Dracula Unborn" di Peter Tremayne, autore pure di altri romanzi a
tema come "The revenge of Dracula" (1978) e "Dracula, my love" (1980).
Il romanzo più
affascinante dei ’90 è, forse, "The secret life of Laszlo, Count Dracula", di
Roderick Anscombe (1994), dove i temi del vampirismo si mischiano a quelli della psicanalisi.
Gli anni 2000
vedranno imperare i vampiri romance alla Meyer e alla Harris, ma questa è
storia recente, e la conosciamo a menadito.
Per approfondire l'argomento, non solo per quanto riguarda la letteratura, ma anche il cinema, il teatro, l'arte e il folklore, potete leggere il saggio di Cammarota - I vampiri (Fanucci). Se però non avete letto almeno i romanzi insieme a questo saggio nella foto in alto, per punizione dovrete donare un litro di sangue.
Edizione di "Intervista col vampiro" precedente all'uscita del film di Neil Jordan
Nessun commento:
Posta un commento