"Ewphame Macalzean, accusata di essere
stata presente al convegno nella Chiesa di North Berwick venti giorni prima di
San Michele, nel 1590, dove essi chiesero l’effigie del Re data da Agnes
Sampson al Diavolo perché la stregasse per il proditorio assassinio del Re.
Inoltre, accusata di essere stata presente al convegno tenuto al porto chiamato
Fayrie-Hoillis, l’ultimo Lammas con lo scopo suddetto. Inoltre, accusata di
essere stata presente al convegno con altre note streghe tenuto a
Browme-hoillis dove essi andarono per mare e Robert Grierson era capitano al
fine di trattenere la Regina con una tempesta. Inoltre, accusata di aver
consultato la detta Agnes Sampson, Robert Grierson e varie altre streghe per
ritardare proditoriamente il ritorno della Regina con vento e tempesta e di
aver scatenato una tempesta a tal fine e per annegare Sua Maestà e il suo
seguito, praticando incantesimi su gatti e gettandoli in mare a Leith, dietro
la casa di Robert Grierson...”
Quello che avete appena letto è un estratto dagli atti
di un processo avvenuto in Scozia nel giugno del 1591. La maggior parte dei
dettagli relativi alla vicenda è ricavata dal saggio “Le streghe nell’Europa
Occidentale” dell’antropologa Margaret Murray, e le streghe di North Berwick
sono passate alla storia perché il loro Diavolo era il cugino di Giacomo VI: Francis
Stewart Conte di Bothwell, intenzionato a scatenare una tempesta per uccidere
il Re.
L’ufficiale della congrega, John Fian, era stato processato
il 26 dicembre del 1590; l’altro cardine, Agnes Sampson, il 27 gennaio, con una
cinquantina di capi d’accusa a carico; Barbara Napier, altro leader, l’8 maggio,
per essere strangolata e bruciata (poi assolta, perché incinta). La Sampson e
Fian erano stati torturati (come di regola per i processi di alto tradimento), affinché
rivelassero il nome del mandante, dato che la tempesta realmente scatenatasi,
raggiungendo quasi lo scopo, aveva attirato l’attenzione dei curiosi.
Nell’affare erano rimasti coinvolti in trentanove (settanta persone implicate
in tutto), ma l’accusa si era concentrata su quattro dei nove leader. I
rimanenti nomi erano emersi dalle loro confessioni.
John Fian confessò di aver contattato Marion Linkup
per trovarsi sul mare, dove Satana scatenò la tempesta. Agnes Sampson fu
accusata di aver scelto Geillis Duncan come mandataria del biglietto scritto da
Fian: “Marion Linkup, tu devi avvertire le altre sorelle di levare il vento
questo giorno alle ore undici per impedire il ritorno delle Regina in Iscozia.”
I partecipanti chiamati alle saline avrebbero dovuto agire da est e unirsi a
quelli già là.
Barbara Napier faceva parte dei
nove fedeli che si erano riuniti al porto di Aitchesounes-heavin, l’ultimo
Lammas, dopo il ritorno del Re dalla Danimarca. Agnes Sampson, Jonet Stratton,
Ewphame Macalzean, Barbara Napier, John Fian, Robert Grierson, la moglie di
George Mott di Preston, Margrett Thomson e Donald Robson, insieme al Diavolo, formavano
il gruppo dei fedeli chiamato ad agire.
Il Diavolo assicurò che avrebbe fatto il possibile per
aiutarli, e incaricò Ewphame e Barbara di plasmare un’immagine di cera
raffigurante il Re; ordinò di arrostire un rospo e di mescolare le gocce del
suo sangue al veleno, per poi farlo gocciolare dalle porte dove Sua Maestà era
solito entrare o uscire. Tutto ciò avrebbe dovuto ucciderlo e il governo del
paese sarebbe passato in mano al Diavolo. Margaret Thomson avrebbe dovuto far
gocciolare il rospo e alla Linkup fu affidato l’incarico di entrare in possesso
della biancheria del Re.
La versione di Agnes concordò, ma aggiunse le parole
del Diavolo una volta davanti all’immagine di cera: “Questo è il Re Giacomo Sesto che sarà consumato su richiesta di Francis
Stewart conte di Bothwell.”
Il conte di Bothwell era nipote del terzo marito di
Maria Stuart, colui che causò la rivolta e segnò il tragico destino della
Regina.
In precedenza, Maria si era sposata con un cugino,
Lord Darnley, padre del futuro Re Giacomo, ma, seguendo i suggerimenti del
consigliere, aveva rifiutato al marito la corona. Darnley aveva reagito facendo
uccidere il consigliere davanti alla Regina e accusandola di esserne l’amante.
Maria finse la rappacificazione col marito poco prima che questi venisse a sua
volta assassinato. I sospetti e le accuse piombarono quindi sul nuovo favorito,
Bothwell, che rapì Maria e fuggì con lei a Dunbar Castle. Assolto, la sposò.
Sia i protestanti sia i cattolici si ribellarono alle
nozze tra un protestante e la Regina cattolica per eccellenza. Maria e Bothwell
affrontarono gli insorti, ma l’esercito reale si rifiutò di combattere. Il
Conte fu così costretto a rifugiarsi prima in Norvegia, poi a Copenaghen, e i
nobili scozzesi forzarono Maria ad abdicare. Imprigionata mentre Giacomo
diventava Re, vide annullato il suo matrimonio con Bothwell che, isolato nel
castello di Dragsholm, morì pazzo.
Maria, durante i vent’anni di prigione e la successiva
fuga in Inghilterra, non smise di intrigare contro Elisabetta I, considerata da
lei bastarda e quindi erede non legittima, perché avuta da Enrico VIII dopo il
divorzio e non la morte della precedente moglie. I cattolici cospirarono a
lungo per imporla al posto di Elisabetta e, per complicità in una di queste
trame, fu giustiziata.
Ecco che, invece, sul trono c’era adesso un erede
altrettanto illegittimo!
Il Nostro Bothwell era nipote sia del suddetto Conte,
sia di Giacomo V, padre di Maria. Il Papa aveva difatti legittimato i due figli
naturali di Giacomo, e il padre di Francis, più anziano, sarebbe stato l’erede.
Quale sdegno avrà provato nel veder salire al trono il figlio di Maria
e Darnley, che oltretutto fu assassinato prima di indossare la corona?
Quando il fatto venne a galla, Bothwell negò tutto, e
l’accusa di alto tradimento cadde per mancanza di prove. La Sampson ammise che
l’effigie le era stata richiesta da lui, ma la vera compromissione sarebbe
arrivata da Fian, che aveva firmato la confessione alla presenza del Re.
Fian fu affidato al custode del maestro del carcere e
rinchiuso in una cella singola; sotto tortura ammise di aver seguito i disegni
del Diavolo e fece voto di diventare un perfetto cristiano, ma la notte
successiva fuggì dalla prigione. La versione ufficiale fu che Fian riuscì a
prendere le chiavi della cella e a fuggire (non lo avrà aiutato qualcuno?), ma
fu catturato nuovamente e ritrattò. Scelse il martirio e, neppure sotto
tortura, parlò più della tempesta. Strangolato e con le gambe spezzate, fu
bruciato alla fine del gennaio del ’91 a Castle Hill.
“La detta Agnes
Sampson confessò che il Diavolo li aspettava nella Chiesa di North Berwick in
forma o similitudine umana e faceva esortazioni blasfeme e fortemente inveiva
contro il Re di Scozia e li faceva giurare che gli avrebbero reso buoni servigi
e sarebbero stati fedeli, poi andò via. Fatto questo, essi tornarono sul mare e
quindi a casa. Allora le streghe chiesero al Diavolo perché avesse tanto in
odio il Re ed egli rispose per la ragione che il Re era il più gran nemico che
avesse al mondo.”
Per la vigilia d’Ognissanti, il Diavolo aveva radunato
gli adepti per il consueto convegno nella Chiesa di North Berwick. C’erano
circa centoquaranta persone e molte erano arrivate a cavallo da lontano. Salì
sul pulpito con un libro in mano, e disse: “Sarò Buon Maestro se voi sarete
Buoni Servi.”
Ma Ewphame ancora non aveva plasmato l’immagine di
cera.
“Dov’è ciò che avete promesso?” tuonò Robert Grierson
alla sinistra di Bothwell.
“Dov’è l’immagine di Sua Maestà?” chiesero altre donne
volgendosi verso Barbara, l’altra incaricata.
Barbara la promise per l’incontro successivo. Presto si
sarebbe tenuta una nuova assemblea.
Il Sabba iniziò con gli omaggi al Diavolo che si era
presentato con una maschera d’aquila dietro la testa, per apparire bifronte, in
saluto all’estate che se ne andava e all’inverno che arrivava. Tutti lo
baciarono sugli orecchi rinnovando i voti di fedeltà e lui chiese i resoconti
degli incantesimi di ognuno.
Barbara Napier danzava ubriaca, Geillis Duncan suonava
lo scacciapensieri, John Fian guidava le danze. Nel particolare ballo chiamato
“Follow my leader”, gli adepti si disponevano in cerchio, e il secondo del
Diavolo, Fian, chiudeva la fila e comandava le mosse.
Al cantare del gallo il Gran Maestro dichiarava chiuso
il convegno con un colpo di gong.
Però, neppure per l’assemblea successiva fu pronta
l’immagine di cera, e Grierson parve ancora più arrabbiato: “L’avete già
promesso due volte, ci avete ingannato!”
Bothwell ripeté le esatte parole che aveva pronunciato
al primo litigio, ormai in una giustificazione aperta della Napier (sarà stato
suo, il figlio per cui venne in seguito assolta?).
Fian fu interrogato in merito al perché del sacrificio del gatto, e rispose che, in un convegno a Browme-Hoillis, il Diavolo aveva ordinato a tutti di cercare gatti da gettare in mare, per levare tempeste in grado di distruggere navi. La lettera riguardo la congiura era stata consegnata alla congrega di Leith. Otto giorni dopo, a casa di Wobster, Agnes Sampson, Jonnet Campbell, John Fian, Geillis Duncan e Meg Dunn battezzarono il gatto; poi, a casa di Beigis Tod, gli legarono alle zampe delle articolazioni umane e, con la Campbell, lo scortarono al molo di Leith, a mezzanotte.
Dopo Fian, anche Agnes confessò sotto tortura. La maggior parte dei capi d’accusa a lei imputati riguardava la cura o l’uccisione con le formule magiche.
Fian fu interrogato in merito al perché del sacrificio del gatto, e rispose che, in un convegno a Browme-Hoillis, il Diavolo aveva ordinato a tutti di cercare gatti da gettare in mare, per levare tempeste in grado di distruggere navi. La lettera riguardo la congiura era stata consegnata alla congrega di Leith. Otto giorni dopo, a casa di Wobster, Agnes Sampson, Jonnet Campbell, John Fian, Geillis Duncan e Meg Dunn battezzarono il gatto; poi, a casa di Beigis Tod, gli legarono alle zampe delle articolazioni umane e, con la Campbell, lo scortarono al molo di Leith, a mezzanotte.
Dopo Fian, anche Agnes confessò sotto tortura. La maggior parte dei capi d’accusa a lei imputati riguardava la cura o l’uccisione con le formule magiche.
La prima volta che Agnes servì il Diavolo fu dopo la
morte del marito. Mossa dalla povertà, rinunciò a Cristo e gli chiese di
rendere lei e i figli ricchi e capaci di vendicarsi con i nemici. La seconda
volta fu marchiata.
Era stata esaminata dallo stesso Re a Holyrood Castle,
dove venne rasata e spogliata per verificare la presenza del marchio del
Diavolo, trovato negli organi genitali. Venne fissata al muro della cella con
il laccio della strega, uno strumento di ferro con punte acuminate che
forzavano la bocca: due contro la lingua e due pressate contro le guance. Stava
perdendo i sensi, quando confessò in merito alle accuse.
In aprile, nel giorno in cui Grierson morì in prigione
sotto tortura, Richard Graham accusò Bothwell: “Mi offrì un anello di vari
colori e mi disse che c’era uno spirito rinchiuso per mezzo del quale era in
grado di prevedere il futuro e leggere nei pensieri della gente. Io ovviamente
disdegnai quell’anello. Non abbiamo mai parlato di sua Maestà. Ci sono molte
dicerie sul mio conto ed escono tutte dalla bocca di persone invidiose.”
Graham affermò che il servo di Bothwell, Archibald,
aveva ricevuto più volte del denaro dal suo padrone in cambio della promessa di
aiutarlo a eliminare il Re.
Bothwell comparve davanti al Consiglio del Re e ammise
di aver conosciuto Graham qualche anno prima, ma aggiunse: “Mandate pure a
chiamare Archibald. La testimonianza di Graham non gode di alcun credito e pure
se Archibald testimonierà contro di me sarà solo la sua parola contro la mia e
non ci saranno prove. Vi prego di dirmi di cosa sono accusato veramente, Sire”
fu la difesa di Bothwell.
“Ho in mano la sua vita, Conte, non insinui...”
“Si dovrebbe trovare un’altra ragione per accusarmi
oltre a quella di oggi.”
“Quella di oggi mi pare sufficiente.”
“Non ci sono garanzie che ciò che dice Graham sia
vero.”
“Lui mi ha ordinato di agire contro di voi Maestà!”
disse Graham.
“Lascio a voi
di rispondere a voi stessi. Tornerò al mio castello sperando che venga presa
una decisione saggia” concluse Bothwell, rivolto al Re.
E colpevole fu trovato il servitore che non si
presentò.
In estate vinse la tesi che vedeva Richard Graham come
un negromante bugiardo e ignorante. L’accusa condotta contro un nobile come
Bothwell da un infame si era rivelata inverosimile. In passato Graham era stato
spesso consultato per stregoneria, ma nella cospirazione contro il Re aveva
superato ogni limite. Bothwell inviò una lettera al ministro in cui ripeté la
sua difesa e si dichiarò di nuovo innocente. Graham fu bruciato nel febbraio
del ‘92
Ma torniamo al pavido Giacomo VI. Possibile che non
avesse arruolato spie, per acciuffare tutti questi invisibili? La nota studiosa
Frances Yates (nella foto vedete tre fra i suoi saggi sul tardo Cinquecento) allude
spesso a legami fra la setta esoterica dei Rosacroce e Shakespeare, ma, non
avendo prove, può solo lasciarci immaginare le conclusioni che sono state
portate avanti - seppur in maniera non dimostrabile - dal giornalista e
conduttore televisivo Gabriele La Porta, ovvero che gli “attori” - così si
definivano i rosacrociani - non fossero altro che la compagnia teatrale di
Shakespeare.
Quando Giacomo VI divenne Giacomo I, in successione di
Elisabetta d’Inghilterra, Shakespeare faceva parte della Compagnia del Lord Ciambellano
e, secondo varie teorie susseguitesi nei secoli, era un semplice attore che
prestava il nome a un occulto scrittore che scriveva drammi per il Re.
L’occulto scrittore in questione non era altri che
Francis Bacon, sempre secondo queste teorie figlio illegittimo della Regina
Elisabetta e del Conte di Leicester. Cresciuto come “figlio del Lord
Guardasigilli”, rimase in silenzio, dato che, quando l’altro fratello naturale
tentò di rivelare la sua vera identità, fu imprigionato e ucciso nella torre di
Londra. Bacon si rese conto che non poteva scrivere allo scoperto le allusioni
che gli premevano, quindi si nascose dietro l’umile attore e uomo di commercio
che, in verità, non scrisse mai drammi in vita sua. Però mi è sempre sembrato sospetto
che gli anni perduti della sua biografia si concludessero insieme alle vicende
di North Berwick, con la salita alle cronache del 1592.
Il titolo dell’ultima commedia - La Tempesta - già ci
riporta all’altro Francis, anche se i più ricollegarono la vicenda alle recenti
scoperte fatte nel Nuovo Mondo. Secondo me, i racconti dello - chiamiamolo - “spione
esoterico al servizio di Sua Maestà” - avevano scatenato in Bacon l’ira verso
colui che aveva innescato quel meccanismo sentendosi l’erede al trono legittimo
al posto di Giacomo, non sapendo che in realtà c’era al mondo chi ne aveva ancor
più diritto. Numerose dicerie sull’identità dell’autore si sollevarono sulla
“Francis B” che apparve sui manoscritti, e la prima parola della Tempesta
(Botheswane: Nostromo) fu presa a pretesto del fatto che Bacon ne fosse l’autore.
Forse l’allusione è stata fraintesa?
Niente trono per chi si chiama Francis B.
Ci sarà sempre un Cesare che rischierà la vita in una
congiura. Bothwell e Fian, novelli Bruto e Cassio, avevano visto il loro sodalizio
sgretolarsi giorno dopo giorno, fino alla morte del più debole. Ecco storici
drammi di bastardi e alti tradimenti, tempeste e congiure, eredi più o meno
legittimi e impostori di Berwick.
Certo, non troverete prove su alcun saggio, però mi
piace pensarlo.
Francis comunque cercò il perdono del Re, ma quando nel
luglio del ’93 fu introdotto a Holyrood Palace, Giacomo, impaurito, si rifiutò
di vederlo e tentò di rifugiarsi nelle stanze della Regina. Gli amici di
Bothwell glielo impedirono sbarrandogli la strada e chiudendolo a chiave nella
stanza. Nessuno, in verità, aveva creduto alla sua innocenza. Lui, la moglie e
i bambini sarebbero stati segnati a vita. E il nostro Diavolo/Prospero fallito
si rifugiò a Napoli, dove morì in povertà.
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