Care consorelle e confratelli,
nella scheda Erboristeria magica ho riservato alla Mandragora poche righe, così come alle altre erbe magiche, in modo da appuntare uno svelto compendio relativo a questa branca stregonica. Trattandosi però della pianta forse più rappresentativa dell'immaginario magico, ho pensato di dedicarle un intero post.
Il nome del talismano verde per eccellenza deriva dal greco "mandragoras", derivato a sua volta dal sanscrito "mad", ovvero "inebriare." Alcune teorie vedono tuttavia la radice di questa parola nell'ebraico "dudajm": "frutto che eccita l'amore."
La parte della pianta che ci interessa è la radice, che può arrivare anche a un metro, con un diametro di 30 centimetri. La tradizione sottolinea la somiglianza tra questa parte del vegetale e la figura umana, visto che, oltretutto, quando viene strappata, emette un rumore simile a un lamento. Per questo viene spesso usata come simulacro.
Il suo uso in medicina è stato abolito, perché fortemente tossica, quindi le streghe moderne devono ben guardarsi dall'usarla in maniera sconsiderata. Già Apuleio e Celso Aulio Cornelio ne avevano scoperte le proprietà narcotiche, ma è citata anche nella Genesi e nel Cantico dei cantici.
Ovviamente, però, il periodo aureo della Mandragora è stato il Medioevo: usata per preparare pozioni, filtri e decotti, attirava l'amore, il denaro e la salute, anche se l'aspetto afrodisiaco, a causa della allucinazioni erotiche che procurava, rimase il più decantato. Sogni di volo e allucinazioni orgiastiche portarono ben presto la pianta a essere associata alla stregoneria.
La tradizione tramanda che la Mandragora va raccolta di luna piena (la luna calante è preposta ai malefici, e le streghe buone li evitano), allo scoccare della mezzanotte. Munite di candela bianca, un pezzo di tela dello stesso colore e un coltello, le streghe tracceranno un cerchio magico intorno alla pianta e, dopo aver girato per nove volte in senso antiorario sul perimetro, accenderanno la candela e cominceranno a scavare. E' necessario soffiare per tre volte sulla radice, prima di strapparla del tutto, e al termine, dopo aver spento la candela, si lascerà una piccola offerta nella buca da ricoprire. Andrano ripetuti anche i nove giri sul perimetro del cerchio, stavolta in senso orario, prima di disfarlo. La Mandragora raccolta nella tela dovrà essiccare, ma avrà bisogno anche di un nome...
Che la Dea vi benedica
Nessun commento:
Posta un commento