Care consorelle e confratelli,
il ‘copale’ (o ‘coppale’) non è un vero e proprio minerale, bensì una
resina fossile prodotta da diverse specie di latifoglie e conifere, conosciuta
sin dai tempi antichi, come l’ambra, da cui si distingue perché quest’ultima è
più ‘vecchia.’ Rispetto all’ambra,
inoltre, ha un aspetto più opaco e lattiginoso, gommoso, spesso a causa dei
numerosi insetti conservati al suo interno. In confronto all’ambra il copale è anche più
tenero, nonché solubile in alcune sostanze, per cui è possibile scioglierlo per
recuperare gli antichi animaletti ‘catturati.’
Deriva il suo nome da ‘copalli’, che, nella lingua Nahuatl, significa ‘incenso’ e, a seconda della località, può
cambiare nome: copal oro (Brasile), copal blanco e copal negro (Messico),
Kauri-Copal (Nuova Zelanda) e Manila Copal (isole Filippine).
In cristalloterapia, elimina i blocchi di energia e aiuta a conservare
la propria individualità in mezzo agli altri, mentre sul piano fisico è utile
per problemi a reni e vescica.
Che la Dea vi benedica
NO ALLE CURE ALTERNATIVE PER I DISTURBI GRAVI
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