Qualcuno ha sentito la voce tra le righe?
“Accetteresti tre
milioni di euro in cambio di un lavoro di due settimane segregata in una villa
abitata da demoni?”
Così introdussi il mio
primo libro dieci anni fa, tanto che qualcuno sui social rispose quasi fosse
stato un quiz. Poi però arrivarono loro, i cinque demoni, come un vassoio di
tentazioni fra cui scegliere. Chi avrebbe scelto la protagonista? Per alcune
lettrici non fu chiaro fino alla fine, perché magari speravano qualcun altro.
Chissà... di certo non posso fare spoiler qui, se mi sta leggendo chi ancora
non li ha incontrati.
In realtà l’ho scritto dopo “Le spose della
notte”, ma è uscito prima, perché temevo di spiazzare il pubblico a cui volevo
rivolgermi, con la trilogia, a causa di alcune raccomandazioni che avevo
raccolto dagli editor nel corso della mia ‘vita precedente.’ Le Spose erano
troppo libere, troppo streghe, troppo mie, mentre il Demone sapeva presentarsi
come romance in modo più rassicurante. Pur restando borderline fra i recinti di
genere fantasy e romance, aveva una maschera più riconoscibile.
Sono ancora molto
affezionata a questo libro, non solo perché è quello con cui ho fatto partire
il mio progetto, ma anche perché due dei personaggi maschili racchiudono un po’
tutta quella che è la mia poetica, nonché la mia vita.
Bastian si chiama così
in omaggio al protagonista di quello che per me è il libro dei libri: "La
storia infinita" di Michael Ende. Entrambi i personaggi sono ponti tra due
mondi, e da questo passaggio vengono trasformati, senza perdere quell'aurea che
rende umani anche i non-umani. È la mia parte razionale, terrena, e al tempo
stesso fantasy, fiabesca e bambina.
Damien, il bad boy, è la mia anima rock, horror,
ribelle, deriva il suo nome dal figlio del Diavolo in “Il presagio.” Da un lato
sembra la parte più carnale, volta all’eros e all’istinto scatenato dalla
musica, ma in verità è quella più instabile, umorale e... ma chi se ne frega se
la dannazione è scritta in bella calligrafia!
Nessun commento:
Posta un commento