"Confesso di essermi presa una scuffia
micidiale per un protagonista tanto crudele, vendicativo e spietato, che
coglierne spiragli di vulnerabilità e delicatezza ne ha amplificato il carisma"
- dal blog "Sognando tra le righe"
Care consorelle
e confratelli,
per inaugurare
questa nuova rubrica che avevo preannunciato qui, voglio partire dal
personaggio che più mi ha fatta sudare a causa di un’evoluzione turbolenta.
Come spiegato nel post linkato sopra, immaginando i miei personaggi, non mi
rifaccio a volti noti, per cui mi riferirò agli estratti dei romanzi,
aggiungendo qualche breve delucidazione.
Elias mi ha
fatta sudare, sì, ma anche innamorare. Può apparire spocchioso detto da
un’autrice nei confronti di una sua creatura, ma come ogni mamma vede bello il
suo bambino, pure a noi sarà ogni tanto concesso qualche strappo alla regola.
Fra l’altro Elias ha un bel po’ di problemi riguardo la famiglia, ma non ve li
posso anticipare in questa sede, altrimenti farei spoiler sul secondo volume;
sappiate comunque che questo personaggio passa da uno stato a un altro nel
corso dei capitoli, rimanendo comunque non proprio un classico eroe romance.
Lo vediamo per
la prima volta (la primissima a dire il vero non lo vediamo, lo sentiamo e
basta, mentre in un locale ci spinge e ci versa qualcosa addosso...) in “Le
spose della notte” (leggi qui la quarta di copertina), dove appare come
secondario, seppur fondamentale. È uno dei tre oscuri maghi della Cabala che
insidiano le tre streghe, ma non “l’addetto alla protagonista.” Eppure gioca
sin dall’inizio un ruolo fondamentale, rimescolando le carte in tavola ogni
volta che appare...
Dai lunghissimi
capelli scuri, riconobbe subito l’avventore del locale; ma, nell’oscurità e nel
silenzio della notte, i suoi occhi di ghiaccio le perforarono l’anima. Poi i
ghiaccioli si posarono sulle altre due.
«Allora...» Elias
si mise le mani sui fianchi e diede un calcio a un sasso che andò a schiantarsi
contro il muro. «Voi avete i vostri informatori e io i miei. A quanto pare
qualcuno mi sta accusando ingiustamente di qualcosa.»
«Chi?» chiese
Titania.
«Sabisto.» Il
sibilo la fece rabbrividire e Dunia sprofondò nel dubbio. «Il vostro caro Sabisto.»
«Aspetta, ci stai
dicendo che Sabisto ci sta prendendo tutte in giro?» Titania portò i palmi in
avanti. «Noi ci fidiamo di lui.»
«Vi state fidando
della persona sbagliata.» Elias piantò uno sguardo da Medusa negli occhi di
Titania. «E se vi foste soffermate a riflettere, invece di dimostrarvi le
solite deboli femmine che non riescono ad agire senza l’aiuto degli uomini, a
parte invocare dee e folletti, ve ne sareste già accorte.»
«Ma cosa ne sai
dei nostri segreti più reconditi? Tu conosci solo gli aspetti superficiali del
nostro credo.» Dunia si sentì pungere sul vivo. «Di cosa avremmo dovuto
accorgerci, secondo te?»
«Vi sta
manovrando tutte e tre come delle marionette» rincarò la dose lui, senza
tuttavia portare argomenti. «Siete delle stupide.»
L’impulso di
Dunia fu quello di strangolarlo ma, data la barriera, si limitò a replicare:
«Dicci per quale motivo e valuteremo la situazione.»
«È la Loggia che
sta architettando un piano per aumentare la sua sfera di potere, non la Cabala,
come vi avrà certamente detto. Noi non perderemmo il nostro tempo in questi
giochetti filosofici, anche perché che voi siate più deboli di noi» una smorfia
di derisione sulle labbra carnose «non può farci altro che piacere.»
Il primo volume
è un mystery, dunque non posso rivelarvi se quanto lui dice è vero o falso, in
riferimento agli omicidi iniziali; di sicuro, seppur affascinante, Elias è
ambiguo, volgare e offensivo...
Era strana la
sensazione che le trasmetteva Elias. Spiacevole e suo malgrado piacevole al
tempo stesso. Come se fra i tre sospetti fosse quello più... vero. Ramòn non
l’aveva mai convinta e Fulke si comportava come un disegno animato, surreale e
anche troppo magico. Elias era invece carnale oltre misura e paradossalmente
umano in tutti i suoi aspetti.
Nel secondo
volume, “Luna di notte” (leggi qui la quarta di copertina), Elias diventa il
protagonista maschile. Alla luce di quanto scoperto nel primo volume, la partenza da antagonista è abbastanza discutibile e, dati diversi colpi di scena all’interno dell’intreccio, la sua evoluzione
psicologica non sembrerà poi così scontata, per non parlare di quanto avverrà nel terzo e conclusivo episodio. Quel che è certo è che appare
sin dall’inizio più vulnerabile, dato che i due ‘nemici’ si trovano in una
prigione particolare, privati dei poteri magici e della possibilità di farsi
del male.
«Perché Jeremiah
ti ha salvato la vita?» Forse il buio la ingannò, ma le parve di vedere un
muscolo guizzare, là dove c’era stato il sorriso. Forse non si aspettava che
fossero entrati in contatto. «Ha un ciondolo come il tuo. Facevate parte di uno
stesso gruppo?»
«Più o meno»
replicò brusco, distogliendo lo sguardo.
«Hai detto che
non hai nulla da nascondere.»
«Infatti.»
«Allora perché
non mi vuoi rispondere?»
Lui alzò il mento
di scatto e la fissò in silenzio per alcuni istanti, socchiudendo gli occhi.
Poi si volse di nuovo altrove e si alzò lentamente, vagando a vuoto per la
caverna e trastullando la sabbia con i piedi.
In quel momento a
Dunia apparve vulnerabile. Non seppe spiegarsi perché, ma c’era qualcosa che
ancora non le quadrava in quella situazione.
«Perché non mi
rispondi?» insisté. «Ti vergogni?»
La risata di
Elias parve liberatoria di un visibile stato di nervosismo. «Io?» sbottò lui,
prendendo a camminare avanti e indietro con fare concitato. «È lui che dovrebbe
vergognarsi.»
«Per averti
salvato la vita?»
Elias si bloccò e
piegò la testa da un lato. «Sì, perché è un debole anche lui.» Una smorfia di
disgusto gli si formò sulla bocca. «Io non avrei fatto lo stesso al suo posto.»
«Non ne dubito.»
Insomma,
all’apparenza Elias è malvagio, crudele, feroce, ma nasconde segreti che
potrebbero farcelo rivalutare, e tutto potrebbe riassumersi nella frase dello
slogan del secondo volume: “È possibile, senza magia, redimere il Male?”
La risposta è
qui, e che la Dea lo benedica
Nessun commento:
Posta un commento