"Tra i cinque è il più rilassante, grazie
alla meditazione riesce a tenere sempre un ferreo equilibrio che impone anche
agli altri al bisogno. Compresa Iris" - dal blog "La mia
biblioteca romantica”
Care consorelle
e confratelli,
in questi mesi
ho ricevuto diversi messaggi per alcuni “miei uomini” quali Damien, Elias,
Wulfran, Fulke, Bastian, Theo, Bulkruth, Jeremiah... ma, secondo me, i personaggi maschili
sovrannaturali appaiono alle lettrici affascinanti giustappunto perché sono
fantasy, e sono convinta che se uno come Damien (tanto per fare un esempio) saltasse
sul terrazzo di qualche signora o signorina che lo ha apprezzato, scatterebbe
all’istante la telefonata alla polizia. Per cui ve lo confesso una volta per
tutte: l’unico mio personaggio maschile di cui mi fiderei nella vita reale è l’autista
di “Spettabile Demone”: Nadir. E... insomma... non sarebbe poi così male...
Stava giusto
rovistando in borsa alla ricerca dell’accendino, quando il rombo di un motore
la distolse.
Non si intendeva
di macchine, ma quel coso nero dai vetri oscurati che stava accostando al
marciapiede doveva valere una fortuna. E, se Gaia fosse stata lì, avrebbe
sicuramente scorto qualche boss hollywoodiano all’interno dell’abitacolo.
Invece l’auto si
fermò, e dalla parte del guidatore ne uscì un altro coso ancora più
hollywoodiano.
La divisa
impeccabile, nonostante il caldo, non nascondeva il corpo plasmato secondo
tutti i crismi ellenici. Ciò che più colpiva però era il volto: un singolare
incrocio di tratti nordici e indiani. Tutto in lui sfumava verso lo scuro, ma
era come se emanasse una sorta di luce che, sotto il sole a picco della tarda
mattinata, si faceva gemma nel sorriso e nel luccichio dello sguardo. «Iris?»
domandò con voce profonda ma pacata.
Iris riuscì solo
ad annuire. Qualcosa in quell’uomo le infondeva calma e serenità, così come
Damien la metteva in agitazione.
Lui accennò un
mezzo inchino col capo e le aprì la portiera, invitandola a entrare con il
palmo. «Prego.»
Se tutte le
paure erano svanite perché pure quello era una sorta di ipnotizzatore, doveva
certo trovarsi a un livello più elevato di Damien, giacché, prima di sedersi,
Iris riuscì pure ad abbozzare un sorriso.
Lo osservò con
la coda dell’occhio mentre tornava al suo posto e le suggeriva di allacciarsi
le cinture di sicurezza. «Perdona se non ti faccio salire dietro, ma mi è stato
detto che...» Lo sguardo di ossidiana si bloccò per un istante nel suo. «Posso
darti del tu? Io sono Nadir.» Le tese una mano, che Iris strinse senza troppa
convinzione.
«Ti è stato
detto che?»
Lo vide
sorridere, mentre rimetteva in moto e partiva. «Ti senti a tuo agio?»
«No» rispose,
sicura come non mai. «Per niente.»
«Fai un bel
respiro.»
«Il training
autogeno alla guida non mi pare una bella idea.»
«Perfetto.» Il
sorriso divenne smagliante. Il tono della voce sempre mite. «L’umorismo è
un’ottima arma per combattere lo stress.»
Iris osservò il
profilo perfetto, le labbra carnose e le ciglia interminabili. Straniante che
le venisse da chiedere: «Sei una specie di guru?»
«No» rispose
lui, inespressivo, effettuando una curva. «Sono un autista.»
“Ma va’?” gli risponde
Iris. Tuttavia, non si è allontanata troppo dalla realtà (tralasciando per un
attimo il fatto che si tratta di un demone...) perché, per quanto inizialmente lei
stenti a credere a quanto i cinque abitanti della villa le rivelano, il metodo
utilizzato da Nadir per mantenere sotto controllo la sua reale natura è proprio
una sorta di meditazione orientale spruzzata di magia.
Nadir se ne
stava inginocchiato di profilo su una stuoia, le mani giunte sotto il mento
reclinato, le lunghe ciglia nere abbassate, il corpo statuario e abbronzato
ricoperto solo da un sottile pareo color porpora. E porpora era anche tutto
l’ambiente circostante, rischiarato dalle candele dislocate per l’intera stanza
fra lumi e candelabri. Le persiane erano serrate, le tende dello stesso colore
dei drappi e del pareo, bordate d’oro, impedivano l’intrusione di ogni altra
fonte di luce.
La figura di
Nadir, circondata da soffici cuscini crema e oro, appariva scolpita nel marmo,
tanto era immobile.
Poi i muscoli
delle spalle guizzarono nell’ombra e le mani si abbassarono lentamente per
poggiarsi simmetriche sulle cosce piegate. Il volto sempre assorto. Un lungo
respiro a segnarne il movimento del ventre.
Iris non avrebbe
voluto disturbarlo, ma le labbra si dischiusero, così come gli occhi, e
l’ascetico profilo si voltò verso di lei, accennando un sorriso.
«Ti stavo
aspettando» le disse.
«Chissà perché
lo avevo intuito...»
Lui allungò una
mano davanti a sé e la invitò a sedersi.
L’odore
dell’incenso era forte, ma non le dava fastidio, e Iris si accoccolò sui
cuscini di fronte a Nadir, ammettendo che l’invito di Blackdeeman non era poi
così malvagio.
«Io non ho intenzione
di smettere di fumare» sbottò, accucciata sui talloni. «E non so se lo yoga...»
«Niente pratiche
umane oggi» replicò lui, deciso ma sommesso.
Per quanto Iris
facesse fatica ad accettare i racconti di Sebastian, in effetti, nell’immagine
di Nadir di umano in quel momento c’era ben poco.
I grandi occhi
neri brillavano nella semi oscurità e le sue parole apparivano ovattate, così
come sfuocati i colori: «Adesso rilassati e chiudi gli occhi.»
Iris non era del
tutto convinta che chiudere gli occhi mentre si trovava insieme a una di quelle
persone sarebbe stata una buona idea, ma le venne spontaneo farlo, quando Nadir
le poggiò il mignolo in mezzo alla fonte. «Tutti e tre, gli occhi» aggiunse,
pacato.
Sentì che col
pollice le stava chiudendo la narice sinistra, poi la invitò a respirare con la
destra, cercando di visualizzare un colore caldo come il rosso. Ripeté
l’operazione con l’altra narice, facendole visualizzare un colore fresco e
azzurro. Fresco e azzurro che, nella sua mente, spiccarono sullo sfondo dei
colori rossi e dorati dell’arredamento che avvertiva vivo intorno a sé,
attirando la sua attenzione verso il rilassamento che gli instillarono nelle
membra.
Il tutto si
ripeté più volte, in maniera sempre più lenta e intensa, sempre più profonda,
sempre più... rilassante. Iris cominciò a sentirsi ottenebrata, il flusso
d’aria la stava ventilando, e tutto quanto stava fuori dalla portata del suo
corpo e dagli occhi chiusi le appariva irreale e distante, molto più
dell’insolita sensazione che stava provando in quel momento.
Non c’era niente
di erotico nel tocco di Nadir, niente di terreno, e Iris si lasciò trascinare
in una dimensione in cui le risultò difficile udire ancora le sue parole:
«Adesso apri gli occhi, lentamente.»
Con il pollice
di Nadir ancora sulla narice sinistra, Iris sollevò lievemente le ciglia e
scorse una sottile striscia di fumo rosso fuoriuscire dal suo stesso naso. Ma
era talmente stordita che non ne fu spaventata, e poi non era davvero sicura
che tutto quello che stava vedendo stesse accadendo sul serio. Così, quando
Nadir spostò il pollice sull’altra narice e un nastro azzurrino andò a
sostituirsi a quello rosso, Iris lottò contro la fronte che voleva corrugarsi e
mantenne i muscoli del viso rilassati.
Le candide perle
che Nadir snudò sorridendo la lasciarono confusa, e le dita di lui si
allontanarono solo dopo una leggera carezza sotto il mento. «Come ti senti?»
«Benissimo»
ammise. «Ma...» E allungò le mani verso il punto in cui fino a poco prima
scorrevano le strisce colorate. «Chi vi ha insegnato a fare tutti questi giochi
di prestigio?»
«Al nostro
stadio originario potremmo fare anche di più.»
«Anche tu reggi
il gioco di Sebastian?»
Lui scosse il
capo. «Tu in realtà lo sai già» ribatté, sereno. «Già ci credi.»
No, non voleva.
Non era possibile.
«E scommetto che
sai anche levitare» insisté lei, sardonica.
«Ci vogliono
diversi minuti di preparazione» mormorò lui, dondolandosi. «Ma si può fare.»
«Fatela
finita...» borbottò lei, rialzandosi. «Mi avete stufato con le vostre leggende
demoniache.» Poi velocizzò di nuovo i movimenti e si diresse verso la porta.
«Non stavi
meglio prima?» la frenò Nadir, indicandole con una leggera mossa del palmo i
cuscini su cui si era inginocchiata.
Sì, certo, ma
solo finché lui non le aveva fatto credere di essere in grado di levitare!
Questo espediente
sarà in grado di fargli meritare la redenzione? Riuscirà ad aiutare anche Iris
e i compagni attraverso queste pratiche? Potrete scoprirlo solo qui.
Che la Dea vi
benedica
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